I DIRITTI SUI CONTENUTI APPARTENGONO AI RISPETTIVI PROPRIETARI

PIAN DELL'ALPE

 ESCAPE='HTML'

In Val Chisone, dopo l’abitato di Usseaux e la Borgata caratteristica di Balboutet, salendo, troviamo Pian dell’Alpe. Chi ci arriva per la prima volta viene stupito dallo spettacolo naturale che lo circonda. E’ un luogo di immutata bellezza, dove possiamo incontrare Camosci, Lupi ed Aquile. Nella stagione della fioritura Pian dell’Alpe diventa una tavolozza di colori meravigliosa. Ma Pian dell’Alpe è stato per tantissimi anni, e lo è ancora, luogo di campi di addestramento e manovre delle compagnie di Alpini del Battaglione Susa di Pinerolo. Sono sicuro che qualsiasi commilitone della Berardi o dell’Assietta che ci sia stato, abbia qualcosa da raccontare su questo luogo. E’ molto caro a noi del Susa…

CLICCA E VAI AL SITO DEL PARCO

FOTO E STORIE DEL BATTAGLIONE ALPINI SUSA

 ESCAPE='HTML'

1974 - GIULIANO GIUSTO

Nel 1974 ci siamo stati un mese! E' un posto che mi è rimasto nel cuore e ci sono tornato molte volte.

1974 - antonio faimali

Cannone al campo

Manutenzione Cannone da 57 SR

Cannone da 57 s. r. al Campo, Pian dell'Alpe, Aprile 1974

Pian dell'Alpe inizio maggio 1974,dopo una nevicata

Pian dell'Alpe , aprile 1974. Relax al campo: notare 2 particolari : il 1° -  il tavolo eseguito dalla mia squadra A.T.T., con legname trovato in loco -  2° -  all'interno della tenda si intravedano dei pallet dove avevano adagiato i materasssini e il sacco a pelo , questo regalo è stato voluto dal Capitano Fazia (un esempio dal rapporto che vi era con tutta la Compagnia)

Pian dell'Alpe Maggio 1974 si spara con cannone da 106 s.r. alla distanza di 1000 metri

Pian dell'Alpe, maggio, Campo base, al mattino dopo una nevicata

Io e altri 2 Alpini a Pian dell'Alpe, purtroppo non ricordo i nomi, per favore, chiedo aiuto a tutti voi se qualcuno fosse in grado di identificarli una bottiglia pagata da me è il minimo

1977 - OTTAVIO MARENGO

 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'

1978 - ALESSANDRO PEPATO

1978, fine giugno, campi estivi, ecco l'Albergian, sempre da Pian dell'Alpe. Ero sten del plotone pionieri aggregato alla compagnia 34 che aveva sede ad Ulzio.

 ESCAPE='HTML'

1978 - CLAUDIO BOGGIO

E chissà perchè Pian dell'Alpe non si dimentica... Forse perché avevamo 20anni, forse perché eravamo lì con veri amici, forse perché era l'ultimo anno spensierato che potevamo permetterci…..

A Pian dell’Alpe si facevano gli assalti a fuoco “vero” diurni e notturni. Le tracciati delle MG erano spettacolari ! Ma il rischio più grande fu stato quando mi trovai una bella vipera sotto il mio materassino fortuna che il sacco a pelo era ancora chiuso.

1978 - VALTER CORSI

 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'

1979 - FULVIO RETEUNA

Pian dell'Alpe rievoca ricordi di fatica e sudore, ma anche di sangue: novembre '79, durante l'esercitazione a fuoco diurna uno di noi si prese una pallottola di rimbalzo nella gamba..... Ecco, mi farebbe piacere se nel gruppo ci fosse qualcuno che si ricorda l'episodio e magari conosce lo sfortunato protagonista.

1981 - GIUSEPPE DE BARBA

Per me Pian dell'Alpe ebbe un finale diverso, la tenda, quella grande da otto posti con il fieno come pavimento perche' troppo grossa per avere il catino, con la stufa al centro ed il tubo del camino che andava su fino sul tetto.  Partito a febbraio, era la fine del mese di Marzo e di notte tirava ancora vento……

1981 - SANDRO SCENNA

 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'

1984 - GIANLUCA REMONDETTO

Una volta portai su le posate d'argento dalla Berardi a Pian dell'Alpe con una AR59 per Boriero. La mia AR76 era in officina e non ce n’erano altre a disposizione: mi diedero il permesso di usarla anche se non ce n’erano più in dotazione !

1985 - melo ignazzi

 ESCAPE='HTML'

1985 - massimo antonini

 ESCAPE='HTML'

Pian dell’Alpe è anche il primo luogo deputato a fare da spettatore allo “sgrossarsi” o “sgrezzarsi” degli alpini del Susa, soprattutto quelli degli scaglioni più giovani arrivati da poco. Ognuno lassù, a 1950 mt., si è “sgrossato” o “sgrezzato” a suo modo.

 ESCAPE='HTML'

In ogni aliquota di alpini in esercitazione c’era un gran numero di reclute fresche. Per i fucilieri si trattava dei primi attacchi a fuoco: attaccavano e sbalzavano goffamente cercando di affinare le loro tecniche. Gli autisti come me sudavano freddo azzardando improbabili manovre in retromarcia con un camion di quasi 5 tonnellate e 6,5 metri di lunghezza con la cucina campale al rimorchio. Gli Sten si sgrossavano al comando anche loro con innumerevoli defiances. Solo gli ufficiali di carriera ed i sottufficiali erano già avvezzi all’esperienza.

 ESCAPE='HTML'

A Pian dell’Alpe si rimaneva, di norma a dormire almeno 4 notti. Non si avevano a disposizione l’acqua corrente, l’elettricità, la mensa, i bagni, le brande. La giornata iniziava con il lavarsi e farsi al barba con l’acqua gelida del torrente: molti non si lavavano, alcuni si lavavano vestiti, come Fantozzi, moltissimi dopo essersi fatti la barba sanguinavano copiosamente. La reazione fisica, ovvero la ginnastica, in montagna non era prevista, sicchè seguiva una colazione con the’ e biscotti. Seguivano esercitazioni varie e quindi il pranzo preparato dai colleghi alpini cuochi con l’ausilio della cucina campale. Il pranzo si consumava per terra o su qualche roccia con le posate e quello strano accessorio chiamato gavetta che si prestava a diverse interpretazioni d’uso, prese in giro, usi e gaffe. Dopo il pasto riprendevano le esercitazioni. Stanchi e sporchi non avevamo docce, bagni e branda.

 ESCAPE='HTML'

Dopo cena si espletavano i bisogni corporali nella pineta del soggiorno alpino Don Bosco, storicamente eletto a luogo ideale per quel tipo di funzione da svariate generazioni di alpini del Susa. Infine, in tenda, una riposante dormita adagiati su un materassino misteriosamente sempre poco gonfio inseriti a mummia nel sacco a pelo lasciando il più piccolo varco possibile, appena sufficiente alla respirazione, aspettando la nebbiolina fine fine che, bastarda, non mancava mai.

 ESCAPE='HTML'

1987 - michele carzeri

 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'

1988 - roby de francesco

Pian dell’Alpe è un bel posto e non lo si dimentica, anche  per l'esperienza vissuta…  Certo tutti abbiamo odiato quel periodo per la fatica e il freddo che sopportammo.

1989 - NICOLA LABALESTRA

Storie di SRCM e neve... Febbraio '89, Pian dell'Alpe, grande nevicata e in azione per l'attacco di compagnia agli ordini del Capitano Ranieri. Un alpino lancia una SRCM e la seconda spoletta (sicura) che si sarebbe dovuta staccare in fase di lancio, non si stacca. La bomba inesplosa finisce sotto un metro di neve con l'annullamento dell'esercitazione e l'intervento degli artificeri inviati dal comando brigata... A Brusa Suta l'Susa!

1989 - paolo pianfetti

 ESCAPE='HTML'

1990 - dario gusmeroli

 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'

Marzo '90, abbiamo sparato così tanti tracciati sulla montagna che ha preso fuoco, ovviamente ci hanno mandato su a spegnere tutto...

 ESCAPE='HTML'

1991 - gianluca zanetta

 ESCAPE='HTML'

Elisbarco a Pian dell'Alpe

 ESCAPE='HTML'

1991 - alessandro merli

Il “Susa” per tutti noi è stato, è, e sarà una esperienza di vita unica, lì ho imparato a vivere ! E Pian dell’Alpe è un po’ l’occasione di “tornare a casa”, ne approfitto e ci torno volentieri !

 ESCAPE='HTML'

1993 - PAOLO SANTI

 ESCAPE='HTML'

PIAN DELL'ALPE AI GIORNI NOSTRI

Foto di Giuliano Giusto

 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'

Foto di Massimo Antonini De Luca

 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'
 ESCAPE='HTML'